Armi e armature nella letteratura italiana
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L’arma, bianca o da fuoco, si rivela centrale tanto nella società quanto nella letteratura, come già evidenziato da Umberto Eco nel parafrasare la nota massima di Čhecov secondo la quale: «Se c’è un fucile, prima o poi sparerà».
L’impiego di armi e armature è anche soggetto allo scorrere del tempo: se quelle bianche con l’avvento della polvere da sparo vanno perdendo di utilità in favore di strumenti più moderni, quali le armi da fuoco, è l’atomica a suscitare le inquietudini più oscure degli autori tardonovecenteschi e il giubbotto antiproiettile a prendere il posto di panzera e spallaccio.
Questo volume indaga a tutto tondo su tali aspetti dalle origini ai giorni nostri, evidenziando come nel corso del tempo la centralità letteraria dell’arma diventi fonte preziosa di versi immortali e prose memorabili: da Dante agli anni Duemila ben pochi tra i nostri autori sono rimasti indifferenti alle ripercussioni identitarie, sociali e funzionali delle armi. Si è voluto qui proporne una raccolta ragionata.
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Curatore: A cura di Teresa Agovino e Matteo Maselli
Anno: 2024
Pagine: 258
Isbn: 979-12-5496-146-9
Collana: Studi e testi di letteratura italiana e comparata
Numero Collana: 10