Emanuele Pettener

Nel nome del padre, del figlio, e dell’umorismo


22.00

“Alla scrittura di Fante va per lo meno riconosciuta la capacità di far palpitare la vita sulla pagina e di far riconoscere il lettore nei suoi personaggi: difficile non ritrovare i propri folli sogni di giovinezza in quelli di Arturo Bandini o certe amarezze posteriori in quelle di Henry Molise. Eppure, per tanto tempo Fante è stato dimenticato, negletto dal mondo editoriale americano – poi improvvisamente riscoperto e amatissimo, benché in Europa molto più che negli Stati Uniti. Come mai?”.
Questa è la domanda chiave che si pone l’autore, partendo a briglia sciolta attraverso la prosa di John Fante al fine di rivelarne angoli inattesi, impreviste sfumature, e mettendo in luce quanto oliato sia il motore che l’ha resa così magnetica eppure fraintesa persino dai suoi discepoli: l’umorismo.
Individuando l’umorismo come forza sottesa ai romanzi di Fante, Pettener in primo luogo contesta il concetto di scrittura autobiografica o addirittura confessionale tanto spesso attribuito a Fante; in secondo luogo, adopera l’umorismo come microscopio per sviluppare un discorso nuovo sul mondo italoamericano, sul rapporto con altri scrittori, da Cervantes ad Hamsun, da Veronesi a Dan Fante, e su certi aspetti pericolosamente metaforici di uno dei tavoli su cui Fante gioca di più, la relazione padre/figlio.
Per arrivare, infine,www.moreplicawatches.net a rispondere alla domanda di cui sopra.

Sottotitolo: I romanzi di John Fante

Autore: Emanuele Pettener

Anno: 2010

Pagine: 167

Isbn: 978-88-7667-386-3

Edizione: 16°

Collana: Americana

Numero Collana: 1