Nuove (e vecchie) geografie letterarie nell’Italia del XXI Secolo

di Franco Cesati Editore

di Carolina Toscani

contariniLa raccolta di saggi curata da Contarini, Marras e Pias riunisce diciannove contributi, presentati al convegno AIPI (Associazione Internazionale Professori d’Italiano) nel 2014, frutto del lavoro di italianisti di diversa origine geografica e culturale, ma uniti dal medesimo obiettivo di definire i contorni del binomio geografia-letteratura. Il punto focale è quello dell’Italia del XXI secolo, un paese ormai da tempo avvezzo alla diversità linguistica e culturale di chi vi abita e ai fenomeni di globalizzazione – o, per meglio dire, mondializzazione – e immigrazione. L’analisi portata avanti è tanto più completa quanto più è disparata la provenienza degli autori delle opere a cui si fa riferimento, non essendo questi solo italiani, ma anche statunitensi, brasiliani, croati, belgi, polacchi, francesi e inglesi. La suddivisione del volume in due sezioni consente l’analisi puntuale delle geografie letterarie italiane attraverso differenti percorsi che illustrano problematiche di primaria importanza, come la trasformazione estetica, economico-culturale e socio-antropologica del Paese. I saggi della prima parte dell’opera si incentrano su autori dai quali sono messe in primo piano le percezioni di alterità e di estraneità che personaggi in condizione di esilio, volontario o meno, provano trovandosi a stretto contatto con paesi stranieri. È il caso del contributo sulla geografia della letteratura migrante di Vincenzo Binetti, che mediante il riferimento al romanzo Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio di Amara Lakhous indaga gli innumerevoli ritratti che persone di diversa etnia e provenienza sociale disegnano di Roma. La Città Eterna, in cui «la globalizzazione si è fatta carne» è ormai diventata un centro polimorfico e multietnico traboccante di migranti provenienti da tutto il mondo, descritta in tal senso anche dalla scrittrice afroitaliana Igiaba Scego nel suo romanzo La mia casa è dove sono, analizzato da Federica Capoferri. Del resto, molti personaggi stranieri dei racconti citati in questo volume possiedono un senso di straniamento rispetto alla loro attuale localizzazione fisica-culturale e vivono in equilibrio precario tra il desiderio di essere accettati come “italiani” e quello di dimostrare la loro alterità. Tra questi, l’Amedeo del libro di Lakhous, il quale risolve la questione identitaria linguisticamente, poiché «italiano è chi è dentro alla lingua italiana e alla cultura che questa veicola»; così come Zuhra-La Negropolitana in Oltre Babilonia di Igiaba Scego, africana di origine, laureata in Letteratura Brasiliana alla Sapienza di Roma e commessa in una libreria, ma perennemente scambiata dai clienti per la donna delle pulizie. Di conseguenza, ecco che si pone il problema politico dell’imitazione dell’Occidente, che implica il rischio di una perdita e di una frantumazione dell’identità nazionale: come, ad esempio, in Ingresso a Babele di Alessandro Spina, in cui il protagonista, Ezzeddin, subisce una profonda dissoluzione psicologica. La seconda sezione del volume, invece, raccoglie interventi mirati a evidenziare mutazioni geografico-culturali in atto nell’Italia globalizzata, concepite sì come un normale passaggio dal vecchio al nuovo, per quanto vissuto con spaesamento e alienazione, ma comportanti talvolta la ricerca dell’antico e del passato. Ne è un esempio il saggio di Spinelli che racconta le numerose sfaccettature di cui si colora la città di Napoli. Nel romanzo Di questa vita menzognera di Montesano l’ambiente napoletano è descritto sia nel suo insieme di tradizioni ed elementi locali, sia come uno spazio da cui tentare l’evasione, in accordo con il più moderno mondo occidentale; ma la città partenopea è però anche uno spazio ibrido, mescolanza di locale e globale, di dialetto e camorra e di aeroporti e McDonald, come in Non avevo capito niente di Diego De Silva.

In conclusione, i saggi incorporati in questo volume dimostrano come l’unione di geografia e letteratura abbia dato adito a riflessioni su tematiche vitali nell’odierno contesto di scambi culturali e sociali e come le problematiche identitarie siano ormai, per molti, parte integrante di un difficile vissuto quotidiano.

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