AA.VV.
Essere uomini di “Lettere”
€35.00
Esaurito
Nel corso del sedicesimo secolo la figura del segretario viene posta al centro di una prima ampia riflessione teorica in tutta Europa e in Italia. Numerosissimi gli studi per comprendere il carattere ibrido di questa funzione, in un secolo, come il Cinquecento, in cui le professionalità iniziano a profilarsi e a definirsi in rapporto a quella macchina burocratica che sarebbe presto divenuta propria dello “Stato moderno”.
Il volume tenta di mettere a fuoco l’expertise che il segretario del Cinquecento poteva fornire in materia di politica culturale, sondare il margine di manovra, di libertà che gli è concesso dai principi, soprattutto considerando la statura intellettuale di alcuni segretari, che furono, a loro volta, collezionisti e committenti, promotori e patrocinatori di artisti e altri letterati. Il ruolo e il posto del segretario è definito con maggiore chiarezza per realtà come la Spagna e la Francia, dove la macchina del sistema “statale” centralizzato è ormai avviata; lo stesso non si può dire della penisola italiana, dove non casualmente il dibattito è più vivo.
Della molteplicità di situazioni italiane il volume intende rendere conto, presentando figure segretariali provenienti da contesti diversi e attive lungo tutto l’arco del secolo: da Bernardo Dovizi da Bibbiena e Goro Gheri, all’inizio del secolo, alle più tarde esperienze di Bonifacio Vannozzi e Francesco Angeloni, fino al caso eccezionale del musicista Alfonso Fontanelli.
Sottotitolo: Segretari e politica culturale nel Cinquecento
Autore: AA.VV.
Curatore: a cura di Antonio Geremicca e Hélène Miesse
Anno: 2017
Pagine: 287 + 34 tavole f.t.
Isbn: 978-88-7667-619-2
Edizione: 8°
Collana: Quaderni della Rassegna